L’Italia è il paese dell’ipertrofia legislativa. E della sistematica non applicazione delle norme. La responsabilità di questo paradosso è tutta della classe politica. E in questa mia prima esperienza istituzionale in un’assemblea legislativa, quale è o dovrebbe essere il Consiglio regionale del Lazio, mi sono anche fatto un’idea sulle cause di questa inefficienza, per usare un eufemismo.
Ogni volta che viene eletto un nuovo Consiglio, poco importa se cambia o meno la maggioranza, gli eletti hanno una sorta di reazione istintiva: presentare leggi, più sono e meglio è, in virtù delle quali fare comunicati stampa.
Da quel momento, la tensione prevalente che li anima è quella di vederne approvata almeno una. Si respira un clima di agonismo legislativo, che francamente contagia. I lavori legislativi sono sempre in corso, quelli di verifica sullo stato di applicazione delle norme già in vigore e sulla loro efficacia non cominciano mai. E i risultati, purtroppo, si vedono.
Anch’io, lo confesso, non ho saputo resistere alla tentazione di presentare proposte di legge o, nella versione più ridotta, emendamenti normativi, si chiamano così, alle leggi finanziarie. Se andate sul sito del Consiglio regionale del Lazio e cliccate sulla voce “Iter degli atti”, potete inserire il mio cognome nel sistema di ricerca delle “Proposte di legge” e trovare tutte quelle di cui sono stato promotore o che ho semplicemente firmato, con il relativo stato di approvazione. Vi accorgerete subito della sproporzione tra le proposte e i risultati ottenuti, di cui comunque mi sento moderatamente soddisfatto.
E’ stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale la legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, che ho promosso insieme al collega Fabrizio Cirilli, dell’opposizione. E’ diventata legge anche quella sulla bioarchitettura, che ho condiviso con il collega Giovanni Carapella del Pd, primo firmatario. Via libera anche alla legge sulla pace, presentata quando era soltanto consigliere regionale dall’assessore all’Ambiente Filiberto Zaratti, che ho sottoscritto e seguito in commissione prima e in aula poi. Ho sostenuto la collega Anna Pizzo nella sua iniziativa per l’approvazione della legge sui diritti dei cittadini immigrati. Mi è anche capitato di sottoscrivere e contribuire all’approvazione di una legge, quella sui cosiddetti farmer-market, elaborata da un consigliere d’opposizione, il collega Pietro Di Paolo, semplicemente perché ne condividevo i contenuti.
Altre proposte diventate legge le potete ricostruire attraverso la mia attività di comunicazione: ricordo solo quella che ha stanziato 6,9 milioni di euro in tre anni per finanziare progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati; quella prevista nella finanziaria 2009 che stabilisce il divieto di vendita di terreni agricoli di proprietà regionale che ricadono in aree di valenza ambientale e paesaggistica; la norma inserita nella legge finanziaria del 2007 che obbliga Asl e ospedali a ridurre i consumi energetici, installare pannelli solari e utilizzare per le forniture prodotti ecologici, a partire da quelli dell’agricoltura biologica; quella, inserita nella finanziaria 2009, che prevede l’approvazione del Documento per la sostenibilità ambientale della programmazione economica (in sigla DOSAPE), uno strumento fondamentale per valutare gli effetti sull’ambiente delle scelte strategiche e dei finanziamenti decisi dalla Regione.
Altre proposte diventate legge le potete ricostruire attraverso la mia attività di comunicazione: ricordo solo quella che ha stanziato 6,9 milioni di euro in tre anni per finanziare progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati; quella prevista nella finanziaria 2009 che stabilisce il divieto di vendita di terreni agricoli di proprietà regionale che ricadono in aree di valenza ambientale e paesaggistica; la norma inserita nella legge finanziaria del 2007 che obbliga Asl e ospedali a ridurre i consumi energetici, installare pannelli solari e utilizzare per le forniture prodotti ecologici, a partire da quelli dell’agricoltura biologica; quella, inserita nella finanziaria 2009, che prevede l’approvazione del Documento per la sostenibilità ambientale della programmazione economica (in sigla DOSAPE), uno strumento fondamentale per valutare gli effetti sull’ambiente delle scelte strategiche e dei finanziamenti decisi dalla Regione.
Mi fermo qui, anche perché ho intenzione di pubblicare, a breve, un bilancio puntuale di questi miei quattro anni di legislatura. Ma proprio le ultime due norme che ho citato (quella sul risparmio energetico nella Sanità e quella sulla qualità ambientale delle programmazione economica) mi fanno riflettere sugli errori che ho commesso, contagiato anch’io dalla bulimia legislativa. Che fine hanno fatto quelle due proposte diventate legge e su cui ho fatto, ovviamente, il mio bravo comunicato stampa? Ho cercato di seguire, fino a quando ho potuto, l’iter di attuazione di quella sulla sanità e mi sono perso nelle faticose riunioni dei Comitati interassessorili. Non so, francamente, se è stata davvero attuata. Del cosiddetto DOSAPE non c’è mai stata traccia. Anche un’altra norma interessante, che ero riuscito a far inserire come emendamento nella legge sull’artigianato è rimasta lettera morta: si concedono contributi agli artigiani che intraprendono l’iter per la certificazione ambientale (Emas) delle loro imprese, in sostanza azzerandone i costi. Sono riuscito a stabilire un primo contatto con le loro associazioni di categoria ma poi anche questa norma è finita nel buco nero delle leggi fantasma.
Un’altra legge fantasma l’ho scoperta lavorando sugli acquisti verdi, il Green public procurement (Gpp). Approfittando della sensibilità e dell’interesse della collega Anna Pizzo, che fa parte dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale (una sorta di consiglio d’amministrazione che governa la sede di via della Pisana), ho chiesto una mano a chi, in Italia, promuove e coordina la rete degli enti locali che già fanno acquisti verdi. Ne è venuto fuori un programma di lavoro, approvato grazie alla collega Pizzo dall’ufficio di Presidenza, che ha dato anche risultati concreti. In corso d’opera ho pensato che fosse utile verificare quale fosse la situazione nel Lazio dal punto di vista legislativo. Ho scoperto così che esiste una legge regionale sul Gpp, approvata durante la presidenza Badaloni, probabilmente tra le più avanzate in Italia, con obblighi precisi per gli enti locali e addirittura sanzioni, sotto forma di mancati finanziamenti, per chi non li rispetta. In sintesi: ai Comuni che non fanno il Gpp, non si concedono contributi per interventi in materia d’ambiente. Una legge giusta, forse addirittura eccessiva. E mai applicata.
Mi chiedo se e quando la politica imparerà che l’applicazione di una legge e la verifica dei risultati ottenuti è più importante, per i cittadini innanzitutto, dell’irrefrenabile desiderio di vedere il proprio nome, come primo firmatario, in cima a una nuova, ennesima, legge approvata. E se prevarrà, prima o poi, l’idea che le buone leggi vanno seguite, sostenute, modificate quando è necessario a prescindere dalla “giacchetta politica” di chi le ha presentate. Che è controproducente dedicarsi a sfasciare per principio quello che hanno fatto i tuoi avversari politici e sarebbe molto più utile dedicarsi, concretamente, al miglioramento di leggi esistenti, alla soluzione dei problemi e delle criticità che sono emerse dopo che sono entrate in vigore.
Ora che ci penso, sono riuscito anche a far approvare, sempre in una legge finanziaria, una norma che inserisce la clausola di valutazione tra i requisiti che deve avere una legge regionale. Chissà che fine farà…
Ora che ci penso, sono riuscito anche a far approvare, sempre in una legge finanziaria, una norma che inserisce la clausola di valutazione tra i requisiti che deve avere una legge regionale. Chissà che fine farà…
Enrico Fontana - Capogruppo SEL in Regione Lazio
P.S.: Nichi Vendola ha stravinto le primarie in Puglia. Emma Bonino è avanti nei sondaggi nel Lazio. Fatti i debiti scongiuri, s’intravede una luce di speranza. Vuoi vedere che se ognuno di noi contribuisce, per quello che può e vuole fare, a tenerla accesa, si riesce persino a vedere la fine del tunnel?
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